IL GAZZETTINO - CORTINA CADORE
ZOLDO
- 8 settembre 2000
Il caso. Annullata all'ultimo momento
una rassegna di quadri della "Regresso Arti" dopo che
il presidente si è presentato con tatuaggi, fodero di
pistola e simboli un po' ambigui
Arte-provocazione, no del
Comune
Sull'"Apocalisse" di sapore nazista il sindaco ci
ripensa: mai la sala e il patrocinio
San Vito
Quella mostra non s'ha da fare. Era quasi tutto pronto
per l'inaugurazione: quadri, depliant, artisti, luci.
Tutto. All'improvviso, però, l'amministrazione comunale
di San Vito ha deciso di chiedere la rimozione dei quadri
e annullare tutto.
"Apocalisse, lettura, esegesi, ri-velazione,
l'arte della fine" era il criptico nome della
rassegna, che aveva raccolto una ventina di giovani
artisti tutti aderenti all'Associazione Regresso Arti di
Calcinelli, in provincia di Pesaro. In teoria una delle
tante iniziative più o meno artistiche che costellano le
nostre valli, che però ora è diventata quasi un
"caso".
Anche perchè il presidente dell'associazione, Franco
Cenerelli, ha sbattuto la porta e spedito una durissima
lettera al giornale, nella quale sotto accusa è finita
soprattutto Cinzia De Lotto, il consigliere comunale con
delega alla cultura, e comunque l'atteggiamento di
censura adottato dal comune.
Ma veniamo ai fatti. In maniera del tutto casuale, alcuni
mesi fa, il Comune riceve la richiesta della nuovissima
sala polifunzionale per una mostra di opere di artisti
aderenti all'associazione. Il tutto attraverso una
persona conosciuta in paese, che indirettamente forniva
anche garanzie sull'iniziativa. Nessun sospetto o
pregiudizio, quindi, anche perchè la mostra si sarebbe
dovuta svolgere in settembre, e quindi in un periodo
certamente non appetibile.
Tutto procede senza intoppi fino alla scorsa settimana,
quando gli artisti e il presidente dell'associazione
giungono a San Vito. La "Regresso Arti" stampa
anche una sorta di depliant, con tanto di stemma
comunale, per presentare le opere. E quindi arrivano i
primi problemi: nel foglio vengono riportate citazioni
relative al "Regno dell'Anticristo prossimo
venturo", si ipotizzano governi mondiali occulti,
gestiti dai banchieri ed economisti ed addirittura la
fine del Cristianesimo e dell'era cristiana.
Ma non basta. Nel sito internet dell'associazione
(http://www.regresso.it) compaiono svastiche e citazioni
varie, da Hitler a Gheddafi. Chi abbia la voglia e la
capacità di districarsi in mezzo a questi messaggi
realizzerà come, secondo l'associazione, il mondo sia
caduto in una sorta di delirio consumistico-sionista,
dominato dagli Usa.
Quando è iniziata questa tragedia? Nel 1945, scrive nel
sito Andrea Di Toma, anno della caduta del
nazismo. Prima si che si stava bene. "Le cause di
tutti i mali - scrive Di Toma - devono andarsi a cercare
in anni lontani, il 25 aprile (1945, ndr) è una data da
dimenticare. E' l'inizio ufficiale della tirannia Usa
sulla Nazione, tirannia che poi si è allargata in tutta
Europa. Rimangono poche libere nazioni..."
Quali? L'Austria, soprattutto ora che c'è Haider; ma
anche la Serbia di Milosevic, l'Irak di Saddam e la Libia
di Gheddafi. E per lottare contro la "dittatura
americo-sionista", parole testuali, per fortuna ora
c'è la controinformazione di "Regresso". Il
bello della storia è che il presidente
dell'associazione, Cenerelli, si definisce
"apolitico e apartitico, nè di destra nè di
sinistra".
Probabile che, a leggere queste cose, alla De Lotto e al
sindaco Vittore De Sandre siano venuti i capelli dritti.
Ma il peggio è avvenuto sabato, quando all'incontro con
gli amministratori, Cenerelli si è presentato in anfibi
e mise tutta nera, ma con tanto di fodero di pistola alla
cintura e simboletti vari che facevano tanto nazista.
Troppo. Al punto che alla fine la stessa De Lotto ha
chiesto al sindaco di annullare la mostra. "Noi
tolleriamo tutto - avrebbe detto la De Lotto - tatuaggi e
persino pantaloni strappati, ma non certi simboli".
Sotto accusa anche il quadro di Cenerelli, che
rappresentava un soldato americano mentre perquisisce un
nazista. Solo che quest'ultimo è splendido e ritto nella
sua uniforme, mentre l'americano, di colore è chinato e
sfigura al confronto nell'atteggiamento marziale. Il
titolo dell'opera ("il sangue contro l'oro") è
stato preso così, quasi come una provocazione razzista.
"La mia ricerca artistica è inscindibile dal mio
modo di essere, di vestire - scrive Cenerelli al
Gazzettino - Ma questa mia pagliacciata serve, è un
ottimo emetico contro l'ipocrisia, la superficialità e
la meschinità. Ma agli occhi accecati dall'odio
etnico-antifascista erano ormai tutti irrimediabilmente
contaminati dalla mia presenza".
"Vede - replica indirettamente De Sandre - io sono
assolutamente d'accordo che l'arte non debba avere
confini, ma credo anche che il patrocinio di un Comune li
debba avere. Legare il nostro stemma a un'associazione
che esibisce con tanta disinvoltura simboli nazisti era
una cosa che non potevamo accettare. Questo al di là del
valore artistico delle opere, sul quale non mi esprimo.
In futuro questa associazione avrebbe sempre potuto
citare il nostro patrocinio quasi come una credenziale,
che noi abbiamo ritenuto opportuno non concedere. Non
volevamo legare per sempre il nome di San Vito a quei
simboli".
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