TERRA ACQUA ARIA FUOCO

“L'uomo e la natura ”

SEZIONE POESIA

- la Poesia incontra i quattro elementi -

a cura del dott. Giacomo Vitali

 

Parole Dipinte

La Poesia incontra i Quattro Elementi

E ' sul limine provocatorio del vedere poesie e leggere immagini che si situa l'attuale itinerario poetico: evocare il 'segreto legame', le arcane corrispondenze che intercorrono fra segni linguistici e 'figurazioni' che abitano l'arte tutta.

Così, nella suadente proliferazione di immagini riflesse, nel cuore di una parola dipinta - sulla soglia di un estetico convegno d'amore - icone grafiche e fascinose immagini liriche, schiudono nell'arte nuovi, e comunque diversi, esiti creativi.

Gli elementi archetìpici - Terra, Aria, Acqua, Fuoco - avvicendandosi nell'immaginazione poetica, non fanno che giungere "felicemente" al cuore della seduzione eidetica; fascinazione iconografica tra parola e colore;

viaggio sui generis nella fantasmagorica polifonia delle immagini.

Giacomo Vitali

 

 

 

Silenzi

Le stelle muoiono rotolando nel cielo.

Noi non possiamo sentire il loro lamento.

Solcano il cielo e in breve si spengono,

nessuno sente la loro mancanza,

il loro dolore.

Niente rimane di loro.

Anche le mie lacrime non fanno rumore,

non vogliono disturbare nessuno, si asciugheranno.

E forse nessuno si accorgerà di loro.

Le loro tracce rimarranno nel mio cielo.

Roberto Bartolomeoli


Cicatrici

Irrequieta è la sorgente dei sensi che

zampilla limpida sui nostri cuori,

bruciano i ricordi di passate stagioni,

vicine nella memoria,

troppo lontane per ferirci.

Roberto Bartolomeoli


E se il cielo fosse vuoto?

Con cosa lo riempiresti?

Io lo riempirei coi sogni degli Uomini.

Li metterei in un vaso, andrei

sulla montagna più alta e li libererei.

Molti cadranno sulla terra.

Altri si spargerebbero nel cielo.

E il cielo vuoto sarebbe pieno.

Roberto Bartolomeoli


L’ultimo Dio cercò suo figlio

e lo trovò disteso in una notte

di stelle su un prato fiorito.

Sotto forma di vento lo accarezzò

dolcemente e fece cantare

grilli e le rane dello stagno.

Ci vuole così tanto per far

felice un figlio?

Roberto Bartolomeoli


Respiro

Se riuscissi

a scendere

ancora

più a fondo

troverei

la spinta

per risalire,

guarderei

al cielo

con occhi

diversi

e piangerei

tanto

da sciogliere

con le lacrime

questo ghiaccio che

circonda la vita.

Voglio un Diavolo

che mi porti fin laggiù

che bruci

la mia anima

ed il mio corpo

che non mi appartiene

che disperda

le mie ceneri

al vento caldo

che porta

la pioggia

che affoghi questa

malattia

per sempre

con il mondo

che l’ha generata

per arrivare

senza ali

nel punto più alto

fin sopra le stelle

per giocare

a dipingersi la pelle

con i Cristalli di Luna…

Selenia Brocca


Brividi

La mente annebbiata

da un soffio di paure

incatena le mie giornate

in questa trappola d’inferno;

Le inquietudini

di un vissuto che ferisce

lentamente,

come vivere un autunno,

foglia a foglia,

e sentirsi come

quel fiore

che perde il suo ultimo

petalo,

a terra.

Un’altra farfalla

muore,

tremando nel gelo

del silenzio.

Selenia Brocca


Morte apparente

Vivo nella semioscurità

di un mondo a parte

nella rabbia di una sconfitta

talmente amara

da non poter essere accettata;

Significa davvero morire,

ciò che ora sto vivendo?

Nel cielo dei miei sogni

anche la luna è stata uccisa,

e la anima con lei.

Nella notte scivola una lacrima

dal cielo,

il mare la rapisce silenzioso

trascinandola con sé

in quel grande mistero…

Selenia Brocca


Campi incolti

Le frasche danzano

al vento

e la polvere salta

nel terreno

quasi giallo e crepato

d'agosto.

Io rivedo il sogno

della mia amata

ormai

fuggita

che accompagna

sorridendo le fronde e la sabbia

nel loro

viaggio

perennemente immobile.

Di qua e di là,

il sole a picco

partecipa a questa lieta festa di

moti fissi.

Le poche esili ombre

dei grovigli

lì vicino da lontano

vedono

e sorridono a costei

come ad un salice

che balla al libeccio.

Ella muove all’unisono

sterpi

nel deserto

del mio animo

per l'ultima volta,

prima di fuggire di nuovo

lassù,

nei campi incolti.

Alessandro Buccioletti


Pioggia

Mentre l’acqua crepita

nell’acqua

vedo in questa pozza

le colline

bagnate di nubi

che affondano nel tempo

come io affogo nell’acqua.

Alessandro Buccioletti


Sulla riva

Che la notte viva del mare.

Mi abbronzo alle stelle fisse

volando tra ombre di luna

i suoni dei frangenti nuotano nella brezza

le spalle alle stelle della città

sì che il giorno è scomparso

ma è risuonato il mare

l’acqua ritorna a terra

tra carmi negli scogli

scrosci di sale e profumi d’alga

in un silenzio di sabbia

si sposta il suono della spuma

che travisa note di calma

io ballo in quest’altare di sassi

sorridendo a bianche figure d’acqua.

Che la notte viva del mare.

Alessandro Buccioletti


Miraggio (terra-acqua)

L'ultimo prato,

dai contorni ora sfumati,

attende la curvatura del tempo;

monete accartocciate richiamano i perversi sogni

del cavaliere del Tempo, alla ricerca del sacro Graal.

Il calice si sgretola tra le dita, tornando alla forma iniziale.

Io sogno...

la nonna china nell’orto,

semini di verdura in tasca,

la zappa in mano,

testa sotto la sabbia; ora

è complice dell'oceano,

in cui cavalli impazziti

sfiorano le nubi assetate

in una danza materna...

Anna De Vido


Mito (aria)

Camminando sull'arcobaleno,

a piccoli passetti stanchi,

d'improvviso un piede affonda nell'indaco;

non troverò mai la pignatta d'oro,

ora che il dodo

dormiente è estinto...

e vedo ormai solo i puntini

della scatola alienante,

guizzano via in fretta...

sento l'odore dei miei occhi che bruciano.

Anna De Vido


La pira (fuoco)

Legate le mani dietro la schiena,

è giunto il momento…

ecco la pira, ti aspetta, accesa,

ti accoglie tra le sue indomite braccia…

e mentre svanisci in cenere,

scorgi

(tra la folla)

il viso della vittima:

ora siete entrambi ripagati.

Anna De Vido


Negli ottobri di marzo

Sui giubbotti di pelle

dei ragazzi innamorati in riva al mare

le ragazze stringono forte i sogni

sospinte dal vento dell’età

qualcuno sta già muovendo i fili

fili di sabbia

che il maestrale alza

negli ottobri di marzo

nelle città di mare

e come nei pensieri

tutto si rimuove

e poi

nasce l’amore

un po’ selvaggio

un po’ romantico

negli ottobri di marzo

ci sono profumi

di gioco e mistero

come l’amore che quando sorride

non ha età

sui giubbotti di pelle

dei ragazzi innamorati in riva al mare

il tempo non c’è

le ragazze guardano sempre lontano

ad un domani

che insieme li guiderà

qualcuno

sta già muovendo i fili

burattinaio del tempo

che tutto vede e tutto sa

sui giubbotti di pelle

dei ragazzi innamorati in riva al mare

scorre ancora l’amore

negli ottobri di marzo

la continuità

Tiziana Melagrana


Il gatto sulla ferrovia

E intanto un gatto

passa sulla ferrovia

no

questa notte no

non passa mai

c’è chi parla piano

dentro un’auto ferma

lentamente adesso

sta cadendo anche la pioggia

questa sera no

non si dimentica così

io che guardo il mondo

da una camera d’albergo

com’è bella questa notte

che magia ha

e la vita che è là fuori

è più magica che qua

qualcuno si sta amando

qualcun altro si sta uccidendo

e intanto un gatto

passa sulla ferrovia

questa notte sì

la voglio anch’io così

misteriosa e bella

questa notte anch’io

voglio scender giù

c’è chi parla piano

camminando tenendosi la mano

com’è bella questa notte

che magia ha

e la vita che è là fuori

è più magica che qua

Tiziana Melagrana


Una scintilla di eternità

In ogni tempo, in ogni momento

la mia felicità

è questa casa in mezzo la campagna

è una scintilla di eternità

per tutto quello che mi dà

per le rose che pianto

per questo prato

per ogni albero nato

e nel profondo del mio cuore

è il segreto della vita

il canto degli uccelli

quando mi alzo la mattina

il suono allegro

di un pianoforte a coda

le foglie argentee degli ulivi

in mezzo ai campi d’oro

le cime dei cipressi

scosse dal suono delle campane a festa

i canti gregoriani

di chi vive di silenzio e di preghiera

mentre parlano d’amore

i colori

della mia terra in fiore

ed il mio grazie

diventa una preghiera

per gli occhi di chi mi vuole bene

per questa casa in mezzo alla campagna

per questo abbraccio

avvolto nel silenzio

mentre guardo il mare

mentre viene sera

Tiziana Melagrana


La voce di una musica mi spiega un’esperienza,

una storia vissuta, una storia sofferta,

una storia che rimarrà

soltanto un ricordo.

E’ difficile dimenticare il dolore,

è difficile dover ammettere

di aver perso qualche cosa di importante

della tua vita.

Io ho perso un petalo d’amore

che mi ha soffocato il cuore.

Quello che per me era qualcosa di forte,

intenso si è rivelato nuvola bianca davanti a me.

Forse odio, forse rabbia, o forse solo delusione;

il mio respiro su di lei affannato,

le mie parole tremanti e insicure.

Filippo Montesi


E’ il suono di un piano che mi travolge nel

Sentimento.

Ascolto e riascolto quel pianoforte suonare,

chiudo gli occhi e muoio.

Ho paura del vuoto ma non ho paura della morte;

vivo per ascoltare questo pianoforte,

vivo per poi morire.

Vivo per dare amore agli altri,

mi sento di poterlo dare;

vivo per ridere,

vivo per vedere il mondo,

vivo per la musica,

vivo per trovare una soluzione dopo aver vissuto.

Filippo Montesi


La chitarra è come il mio membro,

più la suono di eccitanti follie,

più il fuoco della passione brucia in me la

cattiveria della mia anima che grida.

Filippo Montesi


Ode di un’anima inquieta

Ti ho visto ed avrei voluto possederti

voglio sentire il tuo odore

che immagino di grano maturo e cannella

voglio osservare il tuo sguardo

profondo ed insondabile

che a volte, fuggevole, si posa su me.

Ti ho sentito nella calura della notte

venivo dalla quiete della campagna

ove seduta in un cerchio mistico di cipressi

contemplavo l'orsa maggiore e i suoi misteri

una pioggia di lucciole fra i tronchi

sedava la mia anima inquieta

Non c'eri a quell'ipotetico appuntamento

il mio corpo brama di te

vorrebbe illuminarsi per un tuo sorriso

scostarti i capelli dalla fronte

disegnare il contorno delle labbra

ed attendere un tuo gesto.

Poi ti ho visto!

Nel caos del sabato sera

Chinato su un tuo amico parlavi smanioso

Donne, birra, musica tonante attorno

Avrei voluto prenderti per mano

e portarti con me sulla spiaggia.

Lorena Pugliese


Ricerca

Ho inseguito miraggi di quiete

mentre infilavo veleno nelle braccia

mi sentivo distaccata, imperturbabile

al mattino erano lacrime al risveglio.

Ho inseguito ideali d'armonia

cercando l'amore nella lotta

cercando risposte all’esistere

al mattino erano lacrime al risveglio.

Ho inseguito una bellissima chimera

lungo sentieri verdi e scoscesi

la notte cantavo di lei alle stelle

al mattino erano lacrime al risveglio.

Ho inseguito l'onda gelida invernale

un vento secco mi tagliava le narici

alle conchiglie affidavo il mio tormento

al mattino erano lacrime al risveglio.

Ho inseguito un sole nascente

l’ho visto farsi caldo con fatica

ho visto l'origine dall'alto

ora c'è un sorriso al risveglio.

Lorena Pugliese


Cercando il ricordo

Staccata dall'essenza di me stessa

cammino fra Titani di cemento

lo sguardo perso entro strette mura

creo immagini lontane.

Ricerco l'eco di altre vite

intraviste nella quiete della notte

fra lucciole danzanti nel bosco

cammino verso porte che non trovo.

So che ci siete ...

fra i profumi del tiglio fiorito

fra il grano scrocchiante sotto i piedi

nelle ombre della luna piena.

Il mio mondo è stridente di dolore

il vuoto ha il colore delle autostrade

il cibo ha il sapore del benzene

l'aria un sinuoso nemico.

So che c'è una chiave

frammentata fra scintille disperse

di tanti fuochi che hanno arso nel tempo

e che ora devo ritrovare.

Lorena Pugliese


A quest’ora

in Italia

staranno annaffiando i giardini.

Marco Verdiglione


Mi portano i miei polsi d’argento

(in un intorno di fuoco)

fuori della città,

là dove i legni bruciano

lentamente dalla sera.

Traverserò i campi di nessuno

dove sostare indisturbato

e mangerò il mio pane come sempre

prima di risalire alle montagne d’oro,

quell’oro per cui ero partito,

quell’oro che più non ricordavo.

Marco Verdiglione


Senza più temere

l’incendioprimaverile del mio cuore,

con scarpe di piume partirò,

che già vedo l’orizzonte

(meli al confine).

Il Grande Nord mi chiama;

l’ho sentito nell’alito di vento della sera

nella tua bocca acquosa e mattutina.

All’alba sarò partito,

e già lontano,

per strada giovani donne in fiore.

Marco Verdiglione

 

 

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