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RASSEGNA STAMPA

 

«Writers al campus? E' subcultura al limite della legalità»

Dura reazione del consigliere di An Stafoggia e del presidente Regresso Arti ai murales nelle scuole permessi dal Comune

«I graffiti metropolitani sono gesti vandalici oppure opere artistiche?»

di SILVIA BALDUCCI

Muri: colate di cemento grigio dove spesso affiorano, ad arte o fastidio, disegni più o meno articolati. Siano firme (tag) o disegni (murales), sono espressione di una corrente tutta contemporanea figlia del disagio tipico dei sobborghi di New York. Che c'entra Pesaro? L'amministrazione comunale ha premiato "Fili in good", nell'ambito del progetto "Fuori le idee", istituito per dar voce alla fantasia, libera e incondizionata dei giovani. "Fill in good" è un appuntamento di due giornate, 26 e 27 agosto, per tutti i writers d'Italia chiamati a colorare le superfici del liceo scientifico Marconi e dell'istituto professionale Benelli. Tempestiva la reazione dell'Associazione Regresso Arti e del consigliere di An Walter Stafoggia, che lanciano la polemica, affatto nuova, circa la legittimità di questo patrocinio comunale. «I graffiti metropolitani sono gesti vandalici o opere con valore artistico?». Questo è ciò che si domanda Stafoggia. La concessione di locali comunali all'associazione Regresso Arti in cambio della ripulitura della città dai graffiti e ancora la decisione, nel 2005, in vista della visita del presidente Ciampi di cancellare ogni segno sui muri, difficilmente, secondo i critici, si conciliano con i finanziamenti, ripetuti, a corsi e iniziative a favore dei writers. «Ciò dimostra - afferma il consigliere An - che l'amministrazione considera i murales espressione di un'arte meritevole e sostenibile», allora perché, poi, spendere soldi per cancellare? È comunque morbida la conclusione di Stafoggia che riconoscendo il valore artistico di questa nuova forma d'arte, «si pensi ai vari Keith Haring e J.M. Ba-squiat!», sottolinea la necessità di evitare degenerazioni teppistiche che si verificano ogniqualvolta si imbrattino muri di proprietà privata senza previo consenso. È invece durissima la reazione di Franco Cenerelli, presidente dell'associazione Regresso Arti che definisce quello dei graffiti un "problema ideologico". «Si tratta di promuovere una cultura dai tratti evidentemente modaioli e kitch - afferma Cenerelli - per questo la definisco una questione ideologica, ben differente da un semplice problema di ordine pubblico. Il writing non è infatti un'espressione autoctona, ma una cultura importata». L'associazione, da parte sua, ha in cantiere l'organizzazione di corsi d'arte gratuiti. «Il writing è al limite della legalità - aggiunge Cenerelli - non mi sembra opportuno sponsorizzare questa subcultura. L'amministrazione, attraverso "Fill in good", appoggiando esposizioni dal vivo, ne favorisce, invece; l'integrazione con lo spazio urbano».