REGRESSO PRO CIVITATE
RASSEGNA STAMPA
restauro della piazzetta Mazzolari-Mosca (Pesaro)
Casetta Vaccaj - Palazzo Mosca
La particolarità di questo lavoro è che ci siamo trovati di fronte a superfici intonacate e tinteggiate, colpite da imbrattamenti effettuati con vernici spray, successivamente ricoperti con mani di pittura (anche vistosamente dissimile da quella originale della facciata) e nuovamente eseguiti sopra in tre o quattro strati. L’effetto sgradevole (particolarmente diffuso nei palazzi storici di Pesaro) è quello di colorazioni arbitrarie, presenti fino ad altezze di 2-2,5 metri, applicate sugli imbrattamenti in luogo di una loro celere rimozione. In questi casi il lavoro di pulitura si presenta enormemente più lungo e difficoltoso rispetto alla semplice rimozione del graffito in quanto ci si trova a dover asportare spessori di pittura - fino a 5 mm di materiale - con inevitabile scolorimento della prima tinteggiatura originale. Nel caso del palazzo Mosca, i pesanti strati di pittura, non essendo per niente traspiranti, erano in più punti scrostati e si è dovuti intervenire ripulendo fino all’intonaco originario (grigio). La successiva tinteggiatura è stata poi eseguita, previo attento esame cromatico del colore originale, con la tecnica dell’aerografo e della velatura, e sono state riprodotte pure le sfumature e le patine del tempo, per scongiurare i fastidiosi stacchi tra il vecchio ed il nuovo senza dover rifare l’intera facciata. Questo modo di operare è giustificato innanzitutto da un sensibile risparmio economico, e si evita inoltre l’effetto, secondo noi stucchevole, di certi palazzi appena restaurati e simili a scenografie teatrali per il loro nitore e per la totale assenza delle patine dei secoli. |