Associazione Regresso Arti con il patrocinio del Comune di Pesaro - Fuoriprogramma
Sala San Domenico - Pesaro
25 - 29 GIUGNO 2004
inaugurazione: 25 giugno ora 18:00
orario:
matt.: 10:00 - 13:00
pom.:15:00 - 23:00
(La sala San Domenico in via Branca 5)
Mentre molte pubbliche amministrazioni ed assessorati alla cultura si preoccupano di investire energie e denaro in eventi culturali “fiori all’occhiello” costosissimi e poco sentiti dalla popolazione, come per valorizzare il Comune in un’ipotetica “piazza affari”, in linea con lo spirito della nostra associazione e con quanto dichiarato nel nostro Statuto, la nostra attenzione è rivolta in modo particolare a quegli artisti fuori da “certi giri” non già perché carenti di qualità, ma perché spesso scevri dalle logiche del mercato che troppo stridono con l’onestà intellettuale e l’indipendenza creativa.
Apparentemente infatti, vengono istituiti spazi espositivi e programmazioni culturali ineccepibili (basta leggere le pagine dedicate alle attività culturali nei principali quotidiani locali) ma è pur vero che tali realtà si rivelano scatole chiuse (spesso vuote), piene solo di giustificazioni concettuali, prodotti confezionati che ritagliano al cittadino niente più che un ruolo di spettatore, di consumatore. Niente da ridire sul fatto che le gallerie private seguano le leggi del mercato, ma noi crediamo che compito primario dell’istituzione pubblica sia ancora quello di creare servizi. Artisti validi appena usciti dalle scuole o sensibili autodidatti che svolgono altri lavori per vivere e non hanno disponibilità economica per poter accedere alle strutture private o agganci per quelle pubbliche, si trovano a dover esporre le proprie opere presso il bar dell’amico o in qualche sagra paesana “…tra una quantità di paglia, escrementi di cavallo, uomini in calzamaglia e densi fumi di salsicce e piadine”. Nulla contro le sagre di paese, ma se permettete, la contestualizzazione dell’opera è fondamentale, altrimenti dovremmo giudicare superfluo tutto l’indotto che opera attorno agli allestimenti e ai musei che hanno per finalità la valorizzazione dell’opera d’arte. Per un artista, specie se sensibile, vedere la propria opera svilita sino alla sua banalizzazione più estrema può rivelarsi fatalmente mortificante e può condurre ad un’ulteriore emarginazione. Riteniamo necessaria quindi l’organizzazione di iniziative artistiche degne di questo nome ove operino in comunione artisti, poeti, operatori culturali, amatori e intellettuali, per valorizzare l’opera d’arte nella sua intangibilità, frutto dell’ingegno della creatività dell’uomo. L’associazione culturale Regresso Arti si fa carico di questo impegno come contenuto e contenitore ed è disponibile a collaborare senza pregiudizi con chiunque condivida tali problematiche. Per l’anno 2004 abbiamo voluto organizzare una rassegna (Regresso 2004) aperta a tutti, autofinanziata, documentata anche da una pubblicazione* che, grazie al contributo degli artisti e degli sponsor, è stampata in 5000 copie e distribuita gratuitamente. Il Comune di Pesaro, che subito ha creduto nel nostro progetto, ci è venuto incontro patrocinando l’evento conferendo così un riconoscimento ufficiale al nostro impegno oltre che fornendoci quei preziosi servizi che il patrocinio prevede. Ventotto artisti sono protagonisti con pitture, sculture, incisioni, mosaici, poesie. Nella sala è previsto l’allestimento di un piccolo laboratorio di incisione finalizzato a far conoscere al pubblico il procedimento della stampa calcografica troppo spesso oggi confusa, tra i profani, con le moderne tecniche di riproduzione fotomeccanica o, in ultimo, digitale. Nella serata di domenica 27 è programmata una lettura di poesie a cura dell’associazione Heliopolis di Pesaro. Cogliamo l’occasione per ringraziare gli artisti, gli sponsor, il Comune di Pesaro e chi ha collaborato alla realizzazione della mostra, nonché tutti coloro che vorranno farci visita tra il 25 e il 29 giugno a Pesaro nella Sala San Domenico. * richiedi una copia di "REGRESSO" - giornale dell'Associazione Regresso Arti, n°1 - Giugno 2004 |
|
Il termine “Regresso” esprime, già nella sonorità, un senso di melanconica rassegnazione, se pensiamo, poi, al suo opposto pro-gresso, ci si potrebbe sentire disarmati e affranti. In un mondo che usa il termine progresso come motto al quale tutti si illudono di lavorare (progresso politico, sociale, economico), aderire ad un progetto artistico che si avvalga di un tale significante (regresso) occorre avere anche un certa dose di coraggio ed un forte stile antagonista. Ma è proprio in questa antitesi che sta la rivoluzione (che se poi ci dovessimo basare sui significati il termine rivoluzione implica comunque un ritorno) del nostro progetto artistico e la sua forza. Ed il lavoro progettuale e progressista (liberando la parola progresso di tutte le implicanze politico-sociali ma caricandola dei valori spirituali che più ci premono e ci stimolano) che proponiamo si esplica nella condivisione di questo spazio creativo che apriamo.
E’, quindi, un’apertura e come tale implica anche uno svelamento e ci piace riferire a tale richiamo il senso di danza che ci proietta in un ambiente armonico di scatenamento orgiastico. Ci possiamo, quindi, dionisiacamente riferire ad un’orgia di parole, di voci, di suoni, di colori, di forme, di sentimenti ch’incidono la nostra ribellione ad un senso dell’essere sempre meno essente. Orgiasticamente, quindi, lo svelamento si porta addosso, si carica di un significato cosmico che introduce al superamento della fisicità attraverso il contatto con la magia creativa, tradizionalmente vi è il travalicare l’individualita per assumere una progettualità artistico comunitaria. E’ il ritmo nel suo sentire profondo cioè, dal greco rythmos, come legge universale che fa sì che i pianeti seguano determinate orbite, che fa sì che il sole sorga e tramonti a tempi determinati, ma è anche un rito che riporta alla legge delle vibrazioni universali, ed è in questo susseguirsi di parole che risaliamo all’ar-te e alla radice Ar, radice indoeuropea, che ritroviamo spesso nel nostro percorso artistico. La troviamo per esempio nel rito poetico, nel suo percorrere ritmicamente la areté, la nobiltà interiore che sviluppa parole, la virtù che translittera il senso dell’essere, lo troviamo nella danza delle forme e dei colori, nell’altalenarsi di luci e ombre, in questa danza, appunto, che svela, che ci svela e ci apre. E questa apertura non può essere intesa che come dono, un nostro dono, e come tale è anche sacrificio; non certo sacrificio all’altare dell’arte perché l’arte ha troppi martiri, ma per la condivisione e la comunicazione alta. per ritrovarci insieme ad edificare il nostro essere traduttori d’ar-te. Paolo Silvestri |