ASSOCIAZIONE REGRESSO ARTI

 

In collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Mondolfo (PS)

 

LE VIE DELL'ARTE 1999

 

TUTTI I GIOVEDI' D'AGOSTO PITTORI, SCULTORI, STAMPATORI, MUSICISTI, DANZATORI, TRASFORMANO IL CENTRO STORICO DI MONDOLFO IN UNA GRANDE BOTTEGA ALL'APERTO. OGNI GIOVEDI' SI PUNTUALIZZA UN'ARTE SPECIFICA ALLA QUALE, CONTEMPORANEAMENTE ALL'ATTIVITA' GENERALE CHE SI SVOLGE IN TUTTE E QUATTRO LE DATE, VENGONO DATI PARTICOLARE SPAZIO E RILIEVO.

 

 

 

 

- GIOVEDÌ 5 AGOSTO 1999 -

- POESIA -

 

- GIOVEDÌ 12 AGOSTO 1999 -

- SCULTURA -

 

- GIOVEDÌ 19 AGOSTO 1999 -

- INCISIONE -

 

- GIOVEDÌ 26 AGOSTO 1999 -

- PITTURA -

 

Nel suggestivo scenario....

di Kety Bucci (Assessore alla Cultura Comune di Mondolfo)

Nel suggestivo scenario delle notti d’Agosto prendono vita "Le Vie dell’Arte...."

La piazza ed i vicoli si animano di voci e di silenzi, di ombre e di luci,

di musiche e danze....

....la fantasia in mano all’Artista....

Il tempo si ferma lì, in una tela, in un gesto, in una nota, nello sguardo incuriosito ed

a volte distratto del visitatore.

E non si può non restare rapiti

dalla magia che pian piano si crea.

Muoiono,

la quotidianità, la noia e lasciano spazio ai sogni, ai colori,

alla sensibilità che ognuno di noi,

artista o no,

ha dentro di sè.

"Le Vie dell'Arte "

di Franco Cenerelli (Presidente Associazione Regresso Arti)

Svegliarsi, mangiare, andare al lavoro, giocare, riposare, fare figli, invecchiare, morire... se la vita si riduce a tutto questo, si può ben affermare che dell’Arte non se ne ha l’esigenza, si può ben vivere senza, e crescere, e moltiplicarsi.

Anche gli animali, da più tempo sulla terra che l’uomo, vivono senza arte e forse è proprio quest’impossibilità di comprendere il gesto artistico che li distingue dall’uomo e ne determina la loro drammatica impossibilità di imporsi sulla natura se non con la sola forza bruta.

In tale direzione è anche il cammino del progresso: l’uomo, privato della capacità di comprendere la necessità dell’atto creativo e dedito esclusivamente al mondo della produzione industriale, non è l’uomo secondo natura, l’uomo fatto ad immagine di Dio.

E’ un uomo povero, che ha venduto la primogenitura divina in cambio del piatto di lenticchie dell’agiatezza di un vivere comodo, che quello che conquista in larga misura lo rimette sul tavolo e quelle misere ricchezze del lavoro di una vita, le spende nell’industria delle auto, delle montagne da sciare, del tempo libero da perdere e, fatto più grave, è un uomo privato del proprio destino.

Negli ultimi tempi effettivamente è cresciuta una certa sensibilità in favore dell’arte, degli antichi mestieri, delle tradizioni folkloristiche, forse per mettere a tacere i sensi di colpa di questa civiltà parricida, ma questo fiorire di rievocazioni in calzamaglia colorata, di botteghe, di cordai e maniscalchi, non si rivela che un pietoso deporre fiori sulla tomba dell’Arte e delle Arti.

"Le vie dell’Arte" non vuol essere un ennesimo requiem ma si propone di essere un seme.

Un piccolo seme ma che in potenza è già albero di vita, che trovando terreno fertile nell’animo di qualche sensibile, non ancora del tutto inaridito dalla quotidianità di quest’interminabile secondo dopoguerra, possa germogliare e le cui radici possano generare qualche crepa nel cemento di quest’insulsa e mediocre civiltà.

Non che tutti possano essere artisti, né che siano nati per esserlo, ma per chi si sobbarcherà l’arduo compito, sarà allora più semplice demolire e portar via le macerie che oggi sovrastano la nostra millenaria civiltà europea.

       

Urbino                                      Urbino

"...ogni civiltà ha lasciato le sue testimonianze, i suoi monumenti, le sue costruzioni; può sembrare irrilevante, ma noi siamo la civiltà delle case popolari." (F.C.)

"Come non ci si astiene dal privare un assassino del diritto di uccidere fisicamente i suoi simili solo per il fatto che diversamente si attenterebbe alla sua libertà, allo stesso modo non si può concedere a qualcuno il diritto di uccidere l’anima del popolo per evitare di porre un freno alla sua lurida fantasia e alla sua dissolutezza". (A.H.)

Dentro l'Arte

di Daniela Caiulo (Vicepresidente Associazione Regresso Arti)

L’opera d’arte, come la superficie di uno specchio… "fatato" sulla quale, inizialmente, l’artista riconosce se stesso ed intravvede le proprie idealità; ma più il suo naso si avvicina ad essa, per mettere bene a fuoco i contorni di una qualsiasi immagine in divenire, più l’immagine stessa lo cattura per portarlo al suo interno, nel mondo del "non nato", al di là della volontà, della ragione, del conosciuto, al di là del sé, nel terreno dell’ "altro da sè" e l’artista cade nello specchio, viene inghiottito dalla sua profondità sconosciuta, traboccante di nulla, nell’assenza totale di certezze… è lì che scopre se stesso: nel momento in cui la sua intenzionalità iniziale viene a crollare ed è in tale nuovo sistema di rapporti e di regole non ancora del tutto stabiliti, che egli si trova ad essere, in ultima analisi e paradossalmente, non autore, ma strumento stesso della creazione; mentre quest’ultima viene ad assumere un’identità propria separata dalla sua.

Ovviamente, è una questione di coscienza, quanto un artista accetti o meno di considerarsi uno strumento nelle "mani" dell’Arte; molto più spesso accade che, nella difficile risalita dal nulla al mondo della manifestazione il suo ego riemerga come rinato e più forte in virtù del nuovo bagaglio di sicurezze acquisite, le quali verranno adoperate in futuro come arma per una nuova battaglia sul campo dell’Arte.

Questo contenuto psicologico del processo creativo costituisce la motivazione per una duplice ed antitetica critica nei confronti della natura "etica" dell’Arte.

Se da un lato questa si profila come puro gioco narcisistico ed in quanto tale venne sottovalutata o addirittura avversata da pensatori quali Freud, Platone ed altri, dall’altro urge sottolineare il valore dell’atto creativo in se stesso che, proprio in virtù dell’intrinseco confronto con il nulla, da cui non può prescindere, si configura come ricerca e cioè quell’umile e perciò nobile modo di rapportarsi con la realtà e con se stessi.

"Le Vie dell’Arte" si propone, non solo come luogo di esposizione e manifestazione di lavori finiti, frutto appunto della ricerca di numerosi artisti; ma vuole offrire l’opportunità di assistere a quello che è il processo creativo di un’opera d’arte, grazie all’azione di un certo numero di essi che, singolarmente o in gruppo opereranno al suo interno durante il periodo espositivo.

Mondolfo dunque come happening, luogo di un evento o accadimento in cui non ha più solo valore il prodotto finito, ciò che si crea, ma ciò che accade... la creazione nel suo magico divenire.

La Stagione della Creatività

di Paolo Fraternali (Artista)

Chi è dunque l’artista?

È colui che vede, che sogna e che vuol comunicare il suo messaggio; vuole cioè, come dice il pittore Klee, "rendere visibile l’invisibile".

È questo il momento della creatività.

Stimolato dai vari aspetti della vita, dell’ambiente, dell’uomo e di altri esseri viventi, o mosso da sue visioni fantastiche, l’artista usa qualunque mezzo espressivo per trasmettere la sua comunicazione.

Egli dà pertanto a tutti i contenuti la sua personale interpretazione che rivela il suo particolare modo di vedere, di sentire, di vivere.

L’interpretazione è infatti il passaggio tra la realtà quotidiana e l’opera, attraverso lo spirito dell’operatore.

Ecco perché ogni artista è inconfondibile e la sua opera può essere riconosciuta tra migliaia d’altre. Dice il musicista e pittore Jerry Garcia: " Come musicista mi piace la forma, ma c’è una parte di me che vuole l’informe la forma dopo il caos, quella specie di forma frattale.

Adoro portare le idee giù per questa strada. Mi tocca immaginare un uso intellettualmente soddisfacente di queste cose, per potermi sentire onesto in senso formale, ma anche inventivo, in modo da poter sorprendere me stesso. È davvero difficile parlarne. Devo andare a tentoni con ogni parola. Non sono abituato a indirizzare queste cose a un livello verbale. È così più facile suonare che parlare."

Anche la macchina fotografica o la cinepresa, quando non sono figlie del "regime buonista-giustizialista", ora dominante in Italia, sono mezzi espressivi e di comunicazione, poiché presuppongono una serie di scelte (soggetto, ambientazione, taglio…) che nascono da precise reazioni del cervello e quindi del sentimento e della personalità.

Dice il regista Maresco (autore assieme a Ciprì de "Lo Zio di Brooklyn" e di "Totò che visse due volte"): "Il nostro è un paese rincoglionito, rimbambito, che non ha più modelli culturali; in questo paese la grande tragedia è che mancano delle figure carismatiche di intellettuali, il ruolo degli intellettuali non esiste più! Voglio dire, Pasolini, Calvino, Sciascia ecc. erano sì provocatori, polemisti, ma avevano un ruolo fondamentale di stimolare, aprire dibattiti.

Tutto questo non esiste più: l’intellettuale è un mascalzone che si prostituisce ai mass-media, che si vende alle case editrici, manca una vera spinta spirituale, una forza autentica.

Le nuove generazioni non sanno dove attingere, non hanno più padri spirituali; Pasolini è citato a sproposito, tutti i riferimenti pasoliniani che si sentono in giro non hanno niente a che vedere con lui…".

Ugualmente è da considerarsi espressione creativa un gesto, i movimenti di tutto il corpo che rendono visivamente un concetto o un’emozione: è il caso della drammatizzazione e dell’arte di comportamento ben distanti dal mondo della moda che oggi, dietro la pressante spinta del consumismo, ha usurpato ogni spazio in altre epoche, diversamente, dedicato all’attività dell’artista e del singolo.

In questo punto il discorso ci coinvolge direttamente.

Se si è preso atto che i processi visivi costituiscono la percezione visiva, se abbiamo compreso la necessità dell’osservazione per raggiungere la pienezza della visione con l’apporto della memoria e della fantasia, è giunto il momento di esprimersi con ogni mezzo.

Non è necessario nascere artisti per comunicare attraverso le immagini come non è necessario nascere scrittori o oratori per esporre attraverso il linguaggio scritto e parlato.

Occorre attivare i sensi, iniziando da quello della vista, di modo che la percezione passiva (da intendersi recettiva) divenga percezione attiva (cioè produttiva); ovvero passare dall’osservazione all’azione, quindi alla realizzazione poiché una cosa è certa: la vita è la stagione della creatività.

Stagione unica ed irripetibile, fatta di purezza e di spontaneità, in cui troppe immagini e troppe parole rischiano di turbare ed inaridire la limpida vena poetica.

"… è difficile dire esattamente quale sia la nostra direzione, ma in effetti ciò è, in parte, quello che rende interessante la nostra musica."

(Phil Lesh, musicista)



Tutti i giovedì d’Agosto 1999 dalle ore 21.00 alle ore 24.00 al Chiostro di S. Agostino a Mondolfo è rimasta aperta la mostra del Gruppo "Regresso" (Franco Cenerelli, Paolo Fraternali, Mauro Lucarini, Paolo Girardi, Emidio Aloisi)
Il Gruppo "Regresso", è un gruppo artistico operativo nato all’interno dell’Associazione Regresso Arti, costituita in Marzo, 1999.
Nella primavera-estate di quest’anno abbiamo accettato di collaborare con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Mondolfo nell’organizzazione dell’edizione 1999 de’ "Le Vie dell’Arte".

La nostra collaborazione:

realizzazione di manifesti, locandine e catalogo con testi e foto,
realizzazione di un sito Internet riportante i contenuti del catalogo ed il calendario delle manifestazioni,
ideazione e realizzazione di tre mostre di cui due allestite a Marotta e una nel Centro Storico di Mondolfo.
Inoltre abbiamo contattato artisti di varie parti d’Italia, il Centro Studi Heliopolis di Pesaro, il Centro "Federico Barocci" di Urbino, il Mago Alio di Senigallia, il musicista Paul Chain, per arricchire i quattro appuntamenti dei Giovedì di Agosto.
Delle nostre mostre non si è fatta pressoché nessuna pubblicità, pochi sono stati i manifesti del calendario delle iniziative estive affissi nella zona e scarsa è stata la diffusione dei pieghevoli anche rispetto la scorsa edizione 1998.
La mostra "Stampe originali d’Arte", avuta luogo a Marotta dal 2 al 11 Luglio, è stata completamente disertata grazie all’assenza di pubblicità ed essendo la sala Arcobaleno una sala non adibita a mostre, sia per l’illuminazione non adatta, la presenza di sedie e la posizione nascosta rispetto il passeggio.
Di conseguenza, individuate le carenze di detta sala, ci siamo adoperati nel trasformarla e nel renderla più consona e più visibile attraverso l’installazione di segnaletica, scultura luminosa esterna, illuminazione interna e presenza di Mago-cartomante, per la mostra "Gli Arcani Maggiori" (17/25 Luglio).
Nonostante la quasi totale mancanza di informazione questa seconda mostra è però riuscita bene anche grazie alla popolarità del tema "magico".
Abbiamo dovuto però riscontrare:
continui ritardi, ripensamenti, aggiunte che hanno causato la non disponibilità del catalogo nel giorno dell’inaugurazione della mostra e nella settimana successiva l’apertura,
l’assenza di informazione sulla stampa locale evidentemente non messa al corrente,
distribuzione di locandine e pieghevoli insufficiente e cosa veramente singolare, la latitanza delle autorità all’inaugurazione delle due mostre in questione.
Singolare perché effettivamente, avendo noi una certa esperienza di mostre, non è mai capitato che ad una manifestazione patrocinata o addirittura organizzata da un’Assessorato o da un Comune, non vi sia all’inaugurazione, quantomeno la presenza del Sindaco con seguito che introduca o presenti brevemente la mostra stessa.
Dopo mesi di lavoro ad un progetto partito da quella che inizialmente doveva essere una mostra del Gruppo "Regresso" , poi esteso ad un’ampia collaborazione a tutte "Le Vie dell’Arte", lavoro dagli inaspettati sviluppi accettati comunque di buon grado e da noi volentieri eseguiti a titolo completamente gratuito abbiamo dovuto assistere piuttosto che ad un riconoscimento da parte delle realtà di Mondolfo, solo a critiche, dettate da gelosie xenofobe e piccole rivalse personali o politiche tra amministrazione, Pro-loco ed associazioni locali, tutte energie negative da noi convertite positivamente a stimolo per andare avanti e fare meglio.
Da parte nostra "è stato fatto quel che doveva essere fatto".
Purtroppo il regolare funzionamento della manifestazione nel suo primo appuntamento è stato compromesso dalla mancanza di una piena collaborazione da parte dell’Amministrazione Comunale e quindi dalla carenza di personale effettivo nella gestione dei numerosi artisti invitati a lavorare nel centro storico.
Si è verificato un fenomeno analogo a quello proprio di certe razze animali in cui la mamma abbandona i figli perché toccati da mani estranee.
Forse è stato tutto un equivoco e non si è capita fin dall’inizio la portata della manifestazione a cui noi miravamo, o forse la colpa è nostra che ci siamo illusi di poter fare qualcosa di buono, qualcosa di ben fatto, turbando così impunemente i già precari equilibri amministrativi ed il quieto vivere di un paese che in fin dei conti non ha nessun interesse ad uscire dalla propria realtà dove ognuno è gratificato e contento, non avendo noi nessuna autorevolezza, se non quella conferita dalla capacità e volontà di fare, che però oggi si rivela moneta assai svalutata rispetto al dollaro della politica e del compromesso.

Il Presidente,

RASSEGNA STAMPA:


Corriere Adriatico 9/07/99

Mondolfo, la Pro loco al sindaco
«Quel cartellone è un vero rebus»

Critiche alle locandine delle iniziative

MONDOLFO - Più che una panoramica sulle iniziative per l'estate è un vero e proprio rebus. La Pro Loco e il grappo teatrale «II crogiuolo», in una lettera indirizzata al sindaco Sergio Sgamini criticano il cartellone messo a punto dal Comune di Mondolfo per illustrare le manifestazioni culturali e turistiche e che, attraverso manifesti, locandine o pieghevoli è stato pubblicizzato e affisso sui muri e gli esercizi pubblici del territorio. «Per cominciare ci preme evidenziare alcune riserve sulla veste grafica, quanto meno dì difficile lettura, e non è poco, visto che l'efficacia di un manifesto è direttamente proporzionale alla sua facilità di lettura. Ma la cosa che più ci ha meravigliato è leggere che alcune iniziative, sicuramente interessanti, sono state relegate fra le "associazioni locali". Immagini di essere un turista o un abitante del territorio comunale appassionato di musica. Naturalmente la sua attenzione è attratta dal titolo "concerti", quindi concentra la sua ricerca di date e di genere musicale nella colonna "concerti" ignorando di conseguenza il "concerto della scuola di musica" che appare sotto la colonna "associazioni locali". la stessa cosa si può dire per la "festa della trebbiatura". la "festa delle feste" che potevano essere inserite nella colonna "feste e giochi", idem, per lo spettacolo teatrale del gruppo "Il crogiuolo" che poteva essere inserito nella colonna "teatro". Ma la cosa più sorprendente è che una manifestazione di rilievo come "la cacciata" che comporta l'impegno di tante persone che lavorano duramente e in modo completamente gratuito, una rievocazione storica che richiama nel territorio comunale numerosissimi turisti, sia anch'essa relegata e svilita nell'angolino delle "associazioni locali". Riteniamo che il lettore dia per scontalo che la colonna "associazioni locali" sia un elenco delle stesse con l'indicazione del nome, indirizzo, telefono e nome del responsabile, e non l'informazione di ulteriori manifestazioni e spettacoli. Questo modo di agire o vuole svilire alcune iniziative rispetto ad altre, oppure evidenzia un pressapochismo che non qualificano gli autori del "calendario". Perciò - conclude la lettera rivolta al sindaco Sgammini - la invitiamo formalmente a richiedere spiegazioni ai responsabili dell'iniziativa».


Corriere Adriatico 15/07/99

Mondolfo, la Pro loco al sindaco
«Locandine chiare e imparziali»

MONDOLFO - Botta e risposta fra la Pro Loco e l'Associazione Regresso Arti che è stata tirata in ballo dalla stessa Pro Loco e dal gruppo teatrale «II crogiuolo» a proposito delle locandine delle manifestazioni estive nel territorio comunale. «Riguardo la critica inerente la divisione per categorie - replica il presidente Franco Cenerelli di Regresso Arti - non abbiamo fatto altro che seguire le indicazioni del Comune. Per quanto concerne l'ordine di importanza secondo il quale assegnare più o meno spazio ad un evento piuttosto che a un altro non abbiamo ricevuto disposizioni al riguardo e sicuramente, viste le argomentazioni della discussione, non so dire se le avremmo accettate per non pregiudicare una giusta economia grafica e, perché no, culturale, ovvero la politica dell'intera iniziativa alla quale ci è stato richiesto di collaborare. Diverso sarebbe stato il discorso se in tale operazione fossimo stati semplicemente dei tipografi pagati per soddisfare ogni capriccio del committente. Evidentemente a lavorare e a impegnarsi non sono solo i signori de "La Cacciata ", ma anche persone come noi che spesso senza essere neppure ripagate dal favore del grande pubblico che ad altre iniziative popolari non manca continuano a lavorare tenacemente senza "crogiuolarsi" consapevoli del fatto che in una manifestazione culturale non è cosa sana preoccuparsi esclusivamente dei consensi della maggioranza, ma occorre in un certo qual modo anche educarla, per evitare che ogni cosa si risolva in una quantità di paglia, uomini in calzamaglia fra densi fumi di salsicce e piadine. Se tali considerazioni le facciamo noi non stipendiati, che i consensi della massa potrebbero risultarci preziosi per campare, non vedo perché istituzioni come Comune e Pro Loco che in quanto istituzioni statali hanno il dovere di occuparsi della cultura vera, dovrebbero preoccuparsi esclusivamente del turista distratto che, abituato alla superficialità di questo mondo di grandi svendite, non si degna di fermarsi un attimo a leggere un manifesto grigio che per l'assenza di colori fluorescenti, per lo meno desta la sua curiosità. I casi sono quindi due: o è sottovalutata l'intelligenza delle persone che loro malgrado nelle sere d'estate si vedono costrette a vagare di paese in paese per assistere più o meno alle stesse cose o la maggioranza di esse amano questi festival del kitsch e quindi è giusto rimpinzarli fino alla nausea, fino al rigetto. I vostri sospetti circa il volere svilire qualcuno sono del tutto infondati in quanto nel manifesto e nel pieghevole non vi sono "angolini" ma tutti hanno trovato eguale spazio e dimensione di carattere. Arbitrario sarebbe stato dare più spazio ad alcuni costringendo addirittura all'eliminazione di altri, vista la necessità di inserire oltre cinquanta date con argomento, associazioni, compagnie varie e breve descrizioni in un unico manifesto 70 per 100 con dubbie possibilità grafiche, di leggibilità ed impatto visivo. Se poi certe voci sono situate sotto una categoria piuttosto che un'altra come premesso sono state seguite le indicazioni forniteci dal Comune, non conoscendo noi a fondo le realtà locali di Mondolfo. Manifesto e locandine non ci sembrano così oscuri: basta avere la capacità di fermarsi un attimo e leggere».